Si
tratta di un programma nato e voluto congiuntamente
dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero
dell’Industria per dare un seguito agli impegni
assunti nella Conferenza di Kyoto, al fine di
ridurre le emissioni dei gas serra.
IAl
programma potranno accedere sia soggetti pubblici
che privati (imprese incluse) e sarà gestito
dall’ENEA, come verrà presto formalizzato da un
apposito "Accordo di programma tra Ministero
dell’Ambiente, Ministero dell’Industria e ENEA".
E’
prevista la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
di un bando generale di approvazione del programma.
Una successiva serie di bandi annuali definiranno,
anno per anno, modalità e limiti.
Descrizione
del programma
Il
programma nazionale 10.000 tetti fotovoltaici
prevede la realizzazione, in 5 anni, di 10.000
impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica,
dei quali 9.000 di piccola taglia (potenza compresa
tra 1 e 5 kWp) e 1.000 di media taglia (da 5 a 50
kWp), per una potenza complessiva di 50 MWp.
Considerando
l’ancora elevato costo della tecnologia (circa 15
milioni di Lire per ogni kWp collegato alla rete),
un numero così importante di impianti potrà essere
ottenuto ovviamente solo attraverso adeguati
incentivi, che si concretizzeranno nell’erogazione
di contributi in conto capitale pari al 75% del
costo totale d’impianto. Il programma, come
accennato in precedenza, sarà modulato negli anni a
seconda sia dei risultati ottenuti che
dell’andamento del mercato. Si prevedono infatti
inevitabili economie di scala, con conseguenti
riduzioni dei costi.
Grazie
a questo programma si prevede una diffusione dei
sistemi fotovoltaici tale da consentire la creazione
di un mercato che non sia più solo "di
nicchia" (alimentazione di utenze isolate), ma,
come sta avvenendo in altri paesi (Germania e
Giappone davanti a tutti), si raggiungano dei numeri
che permettano lo sviluppo di imprese nazionali di
maggiori dimensioni, con positivi risvolti
occupazionali.
Un
"Comitato di Indirizzo e Controllo",
presieduto dall’ENEA, sarà responsabile
dell’impostazione, della supervisione e del
controllo del programma. La gestione operativa sarà
invece affidata ad una "Commissione
Tecnica".
Gli
impianti fotovoltaici (da installare su facciate,
tetti, cortili, terrazzi, pensiline, …) saranno
collegati alla rete elettrica monofase se la potenza
di picco risulterà inferiore ai 5 kW, a quella
trifase in bassa tensione nel caso di potenze
superiori.
La
domanda di contributo dovrà essere presentata
all’ENEA, allegando, insieme ad un progetto di
massima dell’impianto, una serie di dichiarazioni
relative ai consumi, alla proprietà dell’edificio
su cui si intende eseguire l’installazione,
all’impegno del soggetto interessato a non
alienare l’impianto per almeno 12 anni.
Questi
documenti saranno analizzati dall’ENEA, in
collaborazione con un rappresentante dell’azienda
elettrica che gestisce la rete alla quale
l’impianto dovrà collegarsi e, se risulteranno
soddisfatti i necessari requisiti tecnico-economici,
il soggetto interessato potrà realizzare
l’impianto rivolgendosi ad una ditta di sua
fiducia.
E’
importante sottolineare che la data di ricezione
della domanda costituisce il criterio di priorità
di valutazione. In pratica, i primi che
presenteranno richiesta saranno anche i primi che
potranno beneficiare dei contributi (se, ovviamente,
saranno soddisfatti i requisiti).
Una
volta concluso l’impianto, un responsabile ENEA
provvederà al collaudo tecnico-amministrativo, che,
nel caso di risultato positivo, verrà seguito
dall’erogazione del contributo pubblico.
I
fondi previsti per la realizzazione del programma
dovrebbero ammontare a circa 500 miliardi di Lire in
5 anni. Saranno gestiti dall’ENEA, ma in un
sistema di contabilità "separata" e
quindi non saranno soggetti alle regole dettate di
anno in anno dalla finanziaria per il contenimento
della spesa pubblica. Ecco che quindi l’erogazione
del contributo seguirà un iter parallelo, ma non
interno alla contabilità dell’ENEA: si prevede
che i pagamenti avverranno 60 giorni dopo la
presentazione della fattura.
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Quando
si parla di potenza elettrica generata dai moduli
fotovoltaici si trova sempre la dicitura "watt
di picco" (Wp). La "p" a lato della
potenza significa "di picco", che fa
riferimento alla potenza standard dei moduli
fotovoltaici: la potenza di picco viene infatti
erogata dal sistema in condizioni standard, che
corrispondono a condizioni ideali, simili al sole a
mezzogiorno d’estate (irraggiamento di 1.000 W/m2
e temperatura della cella di 25°C). Si tratta di un
riferimento riconosciuto a livello internazionale.
La
potenza in uscita dall’impianto ovviamente varia
con il cambiare dell’intensità
dell’irraggiamento solare, comunque si può
stimare in 1.200 kWh/anno per kWp l’energia
elettrica utile mediamente prodotta da un impianto
fotovoltaico installato sul territorio italiano (si
va dai circa 1.100 kWh/kWp anno di Milano ai circa
1.550 kWh/kWp di Trapani).
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La
connessione alla rete: aspetti tecnico-economici
Fino
a qualche tempo fa, vale a dire per tutto il 1997,
in Italia la connessione di impianti di
autoproduzione sulla rete a BT non era consentita.
Il collegamento poteva avvenire solo in trifase
dalla MT in su. La terza edizione delle norme CEI
11/20, entrata in vigore nel gennaio ’98, consente
il collegamento in BT sia in monofase che in trifase
di impianti di autoproduzione fino a 5 kW.
Poiché
il campo fotovoltaico produce energia elettrica
sotto forma di tensione e corrente continua, mentre
la rete pubblica presenta una tensione alternata di
230 V (monofase) o 400 V (trifase), è necessario
installare tra i moduli fotovoltaici e la rete un
dispositivo (inverter) che trasforma l’energia
prodotta dall’impianto solare in energia
utilizzabile dalla rete.
I
cosiddetti inverter "di connessione a
rete" dispongono di dispositivi di sicurezza
che garantiscono non solo una cessione alla rete di
energia elettrica di qualità tale da non creare
alcun disturbo alla rete stessa (si parla di
"finestre" di tensione e frequenza da
rispettare), ma evitano anche il funzionamento in
isola, che si verifica quando l’inverter continua
a funzionare anche quando manca la tensione di rete,
generando situazioni di pericolo, soprattutto per
gli operatori che stanno in quel momento
intervenendo sulla rete.
Gli
impianti solari fotovoltaici di connessione a rete
hanno la particolarità di lavorare in regime di
interscambio con la rete elettrica locale. In
pratica, nelle ore di luce l’utenza consuma
l’energia elettrica prodotta dal proprio impianto,
mentre quando la luce non c’è o non è
sufficiente, oppure se l’utenza richiede più
energia di quella che l’impianto è in grado di
fornire, sarà la rete elettrica che garantirà
l’approvvigionamento dell’energia elettrica
necessaria, fungendo da batteria di capacità
infinita.
Se
succede che l’impianto solare produce più energia
di quella richiesta dall’utenza, tale energia può
essere immessa in rete. In questo caso si parla di
"cessione delle eccedenze" all’azienda
elettrica locale.
Per
impianti superiori ai 20 kWp si prevede che ci sarà
un contatore fiscale in base al quale l’autoproduttore
pagherà le imposte addizionali sull’energia
prodotta e consumata e un contatore valido ai fini
non fiscali ma "aziendali", in base al
quale verranno remunerati i kWh ceduti all’azienda
elettrica. La valorizzazione delle eccedenze
attualmente è di circa 43 Lire/kWh: si spera
ovviamente che si provveda ad adeguati
aggiustamenti. Somme superiori (intorno alle 400
Lire/kWh) sono invece riservate per le eccedenze
relative a impianti inseriti nelle graduatorie
previste dal noto provvedimento CIP6/92 (che quindi
non riguarderanno gli impianti del programma dai
10.000 tetti).
Fino
ai 20 kWp, invece, il soggetto interessato potrà
probabilmente scegliere tra la contabilizzazione
dell’energia prodotta, con il relativo (scarso)
riconoscimento economico, e il net-metering, ossia
scambiare l’energia elettrica con l’azienda
elettrica su base annuale, senza alcuna necessità
di partita IVA, che viene al contrario richiesta se
si intende "vendere" il kWh fotovoltaico
al gestore della rete.
1)
Generatore Fotovoltaico
2)
Quadro di connessione
3)
Inverter
4)
Quadro di distribuzione
5)
Contatore di energia elettrica prodotta in uscita
Nel
caso del net-metering, se l’impianto fotovoltaico
ha prodotto 100, mentre l’utenza ha prelevato 105,
l’autoproduttore dovrà pagare questi 5
all’azienda elettrica, mentre se la produzione è
stata comunque pari a 100, ma il consumo è
risultato inferiore, ad esempio 95, succede che
questi 5 in più, denominati appunto
"eccedenze", che sono entrati nella rete,
non potranno essere venduti, ma risulteranno essere
un "regalo" che il possessore
dell’impianto solare fa alla rete. Il conteggio
dovrebbe essere effettuato a fine anno.
Si
prevede che la maggior parte degli impianti, aventi
taglia inferiore ai 5 kWp, andranno nella direzione
proprio del net-metering.
In
ogni caso, gli impianti che verranno ammessi a
contributo molto probabilmente produrranno energia
in quantità confrontabile ai consumi medi su base
statistica del soggetto che presenta la domanda, in
modo da evitare il finanziamento di impianti di
autoproduzione interamente dedicati alla rete. Sarà
quindi possibile ratificare contratti con le aziende
elettriche per la cessione delle eccedenze, mentre
sarà impedita la realizzazione di impianti fatti
solo per vendere alla rete.
Si
è prima scritto che in Italia la connessione alla
rete BT è possibile dal gennaio ’98. In realtà
fino al 17 maggio ’99 esisteva un rilevante
ostacolo di carattere fiscale, rappresentato dalla
necessità di 1) presentare denuncia di officina
elettrica all’Ufficio Tecnico di Finanza; 2)
richiedere la licenza di esercizio, con il pagamento
del relativo diritto annuale e 3) installare un
contatore valido ai fini UTF, per la
contabilizzazione dell’energia prodotta e il
pagamento dell’imposta erariale.
In
pratica, anche gli impianti più piccoli si
trovavano di fronte ad un ulteriore complicazione
delle pratiche, nonché ad un altro aggravio dei
costi.
Fortunatamente,
nel collegato in materia fiscale dell’ultima
Finanziaria (legge 133/99) c’è un comma
dell’articolo di legge che modifica il T.U.
sull’imposta di fabbricazione del 28/10/95
estendendo l’esenzione agli impianti fino a 20 kW,
anche se collegati alla rete elettrica.
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L’energia
elettrica prodotta da fonte fotovoltaica presenta
delle peculiarità che la rendono in qualche modo
"preziosa". Prima di tutto, come è noto,
si tratta di una fonte rinnovabile con un impatto
sull’ambiente praticamente nullo. In secondo
luogo, la produzione di energia elettrica nelle ore
di insolazione permette di ridurne la domanda alla
rete durante il giorno, proprio quando si verifica
la maggiore richiesta. L’obiettivo, sebbene
ambizioso e certamente di lungo periodo, è
"livellare" i picchi giornalieri delle
curve di domanda, ai quali solitamente corrispondono
le produzioni energetiche più costose. E’ quindi
un’alternativa interessante, in particolare alla
luce della crescente diffusione dei sistemi di
condizionamento negli edifici residenziali e
commerciali.
Curva
di consumo giornaliero…
Inoltre
l’energia prodotta in prossimità
dell’utilizzazione ha un valore maggiore di quello
dell’energia fornita dalle centrali tradizionali,
in quanto vengono evitate le perdite di trasporto.
Se
si considera che i moduli, sostituendo le tegole o i
vetri delle facciate, possono anche essere degli
elementi costruttivi, per l’edificio il costo di
un sistema fotovoltaico può rappresentare un costo
evitato.
I
programmi tedeschi e giapponesi
E’
ora interessante vedere quello che succede in
Germania e in Giappone.
In
seguito al grande successo registrato dal primo
progetto di incentivazione, denominato
"Programma 1.000 tetti fotovoltaici", il
mercato tedesco del solare fotovoltaico si può
proprio dire che sia decollato: i 1.000 tetti solari
sono stati rapidamente superati, raggiungendo valori
sempre crescenti di MWp installati (vedi tabella 1)
e da pochi mesi è partito il nuovo "Programma
100.000 tetti fotovoltaici".
TABELLA
1 - VOLUME DEL
MERCATO TEDESCO [MWp]
Anno
|
Totale
[MWp]
|
Connessi
a rete [MWp]
|
Isolati
[MWp]
|
1990
|
0,55
|
0,50
|
0,05
|
1991
|
0,95
|
0,90
|
0,05
|
1992
|
3,02
|
2,94
|
0,08
|
1993
|
3,21
|
3,14
|
0,07
|
1994
|
3,10
|
2,66
|
0,44
|
1995
|
4,45
|
3,55
|
0,90
|
1996
|
8,10
|
6,10
|
2,00
|
1997
|
11,00
|
8,00
|
3,00
|
1998
|
7,50
|
5,00
|
2,50
|
Analizzando
l’andamento delle vendite è evidente che la
connessione a rete rappresenta il motore trainante
del fotovoltaico, se però accompagnata da adeguati
programmi di incentivazione.
Il
calo registrato nel 1998 è spiegato dal termine di
alcuni programmi di sostegno. Il mercato tedesco ha
poi presentato un’ulteriore fase di stagnazione
nei primi mesi di quest’anno, ma solo perché si
trattava di una fase di attesa, in quanto stava
partendo il nuovo e ben più massiccio programma dei
100.000 tetti e quindi risultava conveniente
attendere.
E’
opportuno rilevare che gli incentivi esistenti in
Germania sono molto variabili da zona a zona, a
seconda degli enti e delle aziende elettriche
coinvolte. Cambiano quindi i DM/kWh riconosciuti,
così come i contributi in conto capitale.
In
linea di massima si può dire che la caratteristica
principale del nuovo Programma 100.000 tetti
fotovoltaici è la possibilità di disporre di un
finanziamento a tasso 0, da 1 a 10 anni, per una
copertura del costo d’impianto variabile con il
riconoscimento dell’energia prodotta (vedi tabella
2).
Fino
a 0,40 DM/kWh l’impianto può essere totalmente
finanziato (in 10 anni). Se invece si riceve dalla
società elettrica locale un corrispettivo eguale o
superiore a 0,40 DM/kWh, la percentuale finanziabile
e il numero di anni varia come previsto dalla
tabella 2.
TABELLA
2 -
MASSIME QUOTE DI CREDITO IN FUNZIONE DEGLI
ANNI DI
RIMBORSO
E DEL RICONOSCIMENTO DELL’ENERGIA PRODOTTA
(Germania)
|
[DM/kWh]
|
Anni
|
0,40
|
0,50
|
0,60
|
0,70
|
0,80
|
0,90
|
1,00
|
1,10
|
1,20
|
1,30
|
1,40
|
1,50
|
1,60
|
1,70
|
1,80
|
1
|
100%
|
100%
|
100%
|
100%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
90%
|
2
|
100%
|
100%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
95%
|
90%
|
90%
|
90%
|
90%
|
90%
|
85%
|
85%
|
85%
|
3
|
100%
|
95%
|
95%
|
95%
|
90%
|
90%
|
90%
|
90%
|
85%
|
85%
|
85%
|
80%
|
80%
|
80%
|
75%
|
4
|
100%
|
95%
|
95%
|
90%
|
90%
|
90%
|
85%
|
85%
|
80%
|
80%
|
80%
|
75%
|
75%
|
70%
|
70%
|
5
|
100%
|
95%
|
95%
|
90%
|
90%
|
85%
|
85%
|
80%
|
80%
|
75%
|
75%
|
70%
|
70%
|
65%
|
65%
|
6
|
95%
|
95%
|
90%
|
90%
|
85%
|
85%
|
80%
|
75%
|
75%
|
70%
|
70%
|
65%
|
60%
|
60%
|
55%
|
7
|
95%
|
95%
|
90%
|
85%
|
85%
|
80%
|
75%
|
75%
|
70%
|
65%
|
65%
|
60%
|
60%
|
55%
|
50%
|
8
|
95%
|
95%
|
90%
|
85%
|
80%
|
80%
|
75%
|
70%
|
65%
|
65%
|
60%
|
55%
|
50%
|
50%
|
45%
|
9
|
95%
|
90%
|
90%
|
85%
|
80%
|
75%
|
70%
|
65%
|
65%
|
60%
|
55%
|
50%
|
45%
|
40%
|
40%
|
10
|
95%
|
90%
|
85%
|
80%
|
75%
|
75%
|
70%
|
65%
|
60%
|
55%
|
50%
|
45%
|
40%
|
30%
|
30%
|
Il
credito massimo ammissibile è pari a 500.000 Euro
(968 milioni di Lire), corrispondente a impianti di
circa 80 kWp.
Se
si desidera è possibile cominciare a pagare le rate
dal terzo anno in poi. Le rate hanno cadenza
semestrale e il credito può essere restituito in
ogni momento.
Nella
prima metà del 1999 sono stati richiesti
finanziamenti per 70 miliardi di Lire
(corrispondenti a 2.000 impianti fotovoltaici),
mentre per il secondo semestre si prevede il
finanziamento di altri 6.000 impianti: si dovrebbe
così arrivare a 18 MWp installati nell’arco di
tutto il 1999.
Complessivamente
il programma porterà alla realizzazione di 300 MWp
in 6 anni.
I
finanziamenti possono essere combinati con gli
incentivi locali, che possono appunto variare da
zona a zona, basta che la sovvenzione complessiva
non superi l’ammontare totale dell’investimento.
I
soggetti interessati faranno richiesta alla propria
banca, che si assumerà la responsabilità del
credito. A loro volta le banche si rivolgeranno alla
KfW (Kreditanstalt fur Wiederaufbau, Istituto di
credito per la ricostruzione), che è la banca
statale responsabile del programma. In realtà, gli
interessi che i fruitori dei crediti non pagheranno
(ricordo che i tassi sono dello 0%) saranno pagati
dallo Stato, che spenderà per questa operazione 1
miliardo di marchi (quasi 1.000 miliardi di Lire) in
6 anni. La KfW è particolarmente coinvolta nel
finanziamento di progetti rivolti alla salvaguardia
dell’ambiente: solo nel 1998 sono stati impegnati
8.800 miliardi di Lire in investimenti per
l’ambiente, che hanno permesso 248.000 nuovi posti
di lavoro, così suddivisi: 42.000 nel settore
infrastrutture, 44.000 nel settore abitazione e
162.000 nelle imprese.
In
Germania si guarda con molta attenzione al Giappone,
che è sicuramente il paese al mondo che più spinge
il settore del fotovoltaico.
Nel
1995 il programma giapponese permise 1,9 MWp di
installazioni, grazie a sussidi pari al 50% del
costo dell’impianto. L’anno seguente la potenza
installata è cresciuta a 3,6 MWp, grazie
soprattutto ad una grande promozione attuata
attraverso tutti i media. Nel ’97 si è quindi
giunti a 6,6 MWp, per registrare un vero e proprio
boom nel ’98, con 21 MWp. Per il 1999 si prevede
la realizzazione di tetti fotovoltaici per un totale
di 40 MWp. E’ interessante notare l’incremento
registrato, nonostante la riduzione dei contributi,
ora attestati intorno al 30% del costo.
In
Germania si pensa che il tasso di crescita possa
essere anche maggiore, grazie soprattutto al fatto
che non si deve partire da zero (come è invece in
Italia) e la gente conosce già abbastanza bene le
caratteristiche principali degli impianti solari
fotovoltaici.
Conclusioni
Il
programma italiano dei 10.000 tetti fotovoltaici
rappresenta sicuramente un’interessantissima
opportunità. Gli incentivi prospettati sono tra i
più favorevoli mai registrati: il contributo
statale pari al 75% del costo totale convincerà
sicuramente molti italiani a installare un impianto
sul proprio tetto.
Oltretutto
sembra che sarà pure possibile cumulare questo
sostegno con eventuali ulteriori incentivi regionali
o nazionali. Il bando, che si spera sia davvero
prossimo alla pubblicazione, chiarirà ogni dubbio.
Si
attende poi dall’Authority un adeguamento della
valorizzazione del kWh fotovoltaico.
In
parallelo, ci si augura anche che ci sia una sincera
volontà da parte di tutte le aziende elettriche a
semplificare e velocizzare tutte le problematiche
tecnico-amministrative. Allo stato attuale,
contattando ad esempio gli uffici ENEL di zona, è
molto difficile riuscire ad ottenere soddisfacenti
delucidazioni su quello che bisogna fare per
collegarsi alla rete con un proprio impianto
fotovoltaico, nonostante sia legalmente e
tecnicamente possibile, al di là del programma dei
tetti.
Oltre
che sperare che non si verifichi alcun ostruzionismo
da parte delle aziende elettriche locali, esistono
altre due preoccupazioni. La prima riguarda i tempi
di erogazione dei contributi: non si parla di pochi
milioni (un impianto da 3 kWp costerà intorno ai 45
milioni di Lire) e quindi è importante che sia
garantito sin dall’inizio il tempo esatto che
intercorrerà tra la realizzazione dell’impianto e
il versamento del contributo. Se i fondi saranno,
come sembra, già disponibili, non sarebbe molto
saggio dover ricorrere alle banche, complicando le
pratiche e innalzando inutilmente i costi. La
seconda preoccupazione è invece relativa al fatto
che la data di ricezione della domanda costituisce
il criterio di priorità di valutazione e, in caso
positivo, di assegnazione del contributo. Questo
significa che si rischia un rapidissimo esaurimento
dei fondi disponibili, con una probabile diseguale
distribuzione degli stessi, sia da un punto di vista
geografico che di ditte coinvolte nei lavori di
installazione.
L’ultimo
augurio è che nei prossimi articoli
sull’argomento non sia più necessario utilizzare
né il futuro né il condizionale, in quanto si
parla con i "sarà" e i
"sarebbe" già da troppo tempo e sarebbe
triste constatare che il ritardo italiano in materia
non sia più solo temporaneo ma cronico…
“Programma
Nazionale 10.000 tetti fotovoltaici”,
prevede, nell’arco di 5 anni, l’installazione di
circa 50 MWp di impianti fotovoltaici, tutti
connessi alla rete elettrica. La taglia degli
impianti sarà compresa tra 1 e 50 kWp e
l’incentivazione sarà soprattutto costituita da
una sostanziale copertura dei costi iniziali (per il
primo anno dovrebbe essere tra il 75 e l’80 %),
che sarà rivista ogni anno in base all’andamento
dei prezzi di mercato.
Questa
iniziativa dovrà rappresentare solo un inizio, come
è stato in altri paesi, dove, dopo il successo dei
primi programmi pilota, si è intrapresa la strada
della diffusione su larga scala: in Germania è già
partito il “Programma 100.000 tetti fotovoltaici”,
in Giappone si sta ormai concludendo il “Programma
70.000 tetti fotovoltaici”, cui ne seguiranno
altri ancora.
La
diffusione dei tetti fotovoltaici dipende
soprattutto dai seguenti fattori:
1)
volontà
reale delle
autorità pubbliche a sviluppare il settore
attraverso specifici
programmi d’incentivazione.
Tra i molteplici metodi disponibili, i più comuni
sono i contributi a fondo perduto, i finanziamenti
agevolati e a lungo termine, il green pricing, la
possibilità di cedere alla rete elettrica
l’energia prodotta da fonte fotovoltaica a
condizioni molto vantaggiose (accordi di net
metering);
2)
capacità di organizzare e gestire efficacemente i
programmi di sviluppo.
E’ necessario semplificare al massimo le
operazioni che gli utenti devono eseguire per poter
realizzare gli impianti. Inoltre è indispensabile
prevedere una massiccia campagna informativa, prima
di tutto per far sì che le agevolazioni siano
compiutamente sfruttate e, in secondo luogo (ma per
questo non meno importante), affinché sia sempre più
diffusa la conoscenza della tecnologia fotovoltaica;
3)
ampia
disponibilità di collaborazione da parte delle
società elettriche locali e nazionali,
affinché forniscano un valido supporto agli utenti
interessati ad installare un tetto fotovoltaico;
4)
sostegno dei
Comuni, che
garantiscano tempi brevi nel rilascio di eventuali
permessi di costruzione. I vincoli paesaggistici
creano spesso problemi all’installazione di
pannelli solari, nonostante nella stessa zona siano
quasi sempre presenti imponenti tralicci per la
trasmissione dell’energia elettrica.
L’attenzione all’ambiente deve necessariamente
essere accompagnata da maggiore buon senso.
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TETTI FOTOVOLTAICI IN GERMANIA
Nell’ambito
del programma 100.000 tetti fotovoltaici, in
Germania nel corso del 1999 saranno realizzati 6.000
impianti da 3 – 4 kWp l’uno, per un totale di 18
– 20 MWp. Il governo tedesco pagherà il 40 %
circa dei relativi costi. Per le quote restanti
saranno disponibili dei finanziamenti a 10 anni, a
tasso zero e con inizio dei pagamenti dopo i primi
due anni di utilizzo dell’impianto.
Ogni
anno il numero di installazioni verrà incrementato,
fino ad arrivare alle 30.000 installazioni in un
anno dopo 6 anni dall’inizio del programma,
equivalenti ad una potenza di 90 – 100 MWp.
A
dimostrazione del fatto che si tratta di progetti
effettivamente realizzabili, è opportuno ricordare
che in Germania nel 1998 sono già stati installati
circa 10 MWp di impianti fotovoltaici, per la quasi
totalità piccoli impianti connessi alle reti
elettriche locali (senza alcun problema creato dalle
stesse società elettriche, che nella maggior parte
dei casi riconoscono significativi corrispettivi al
kWh prodotto da fonte fotovoltaica – fino a 2 DM/kWh).
Fonte:
PV News (02/99)